Il Maestro d'Ascia
La costruzione di barche in legno è al giorno d’oggi sempre più rara; laddove ancora sopravvive è svolta solitamente da Cantieri sorretti da una lunga tradizione di famiglia che trova continuità nella passione, ripagati soprattutto dalla realizzazione di meravigliosi scafi, nella consapevolezza di essere ormai gli unici in grado di costruirli.
Quello del Maestro d’ascia è un mestiere antico, al quale si arriva solo dopo una lunga esperienza pratica acquisita nel duro lavoro di cantiere a fianco di un abile maestro, figura che oggi è quasi del tutto scomparsa.
La Definizione
La definizione del mestiere del Maestro d’Ascia è abbastanza moderna e generica, ma anticamente il personale che si dedicava alle costruzioni navali era raccolto in Corporazioni ben definite e specializzate. Fino al 1800 vi era l’obbligo di iscriversi alle scuole dei proti o maistri dei calafati che fasciavano e calafatavano gli scafi e alle scuole dei carpentieri, falegnami o marangoni, che provvedevano all’allestimento interno dello scafo, dei segantini, che tagliavano e riducevano i grandi tronchi in tavole, dei remieri, specialisti nella produzione dei remi.
Con l’avvento delle macchine che sostituirono molte di queste lavorazioni, le Corporazioni scomparvero e si venne a identificare nel Mastro d’ascia colui che è in grado di lavorare il legno, ricavandone gli elementi necessari alla costruzione di un’imbarcazione.
La Storia della Professione
Alcuni di questi Maestri hanno rappresentato l’antica figura dei protomaistri, coloro in grado di scegliere il legno più adatto ed impostare la struttura portante di una imbarcazione senza l’utilizzo di alcun piano di costruzione, ma applicando delle semplici regole empiriche su sagome, dettate dall’esperienza e dalla tradizione, quasi sempre ereditate dalla famiglia o dal proprio maestro. Un patrimonio di famiglia, che con successive esperienze pratiche, lentamente portava a correggere o ricavare nuove linee per gli scafi, adattandoli all’ambiente ed al mare in cui si operava.
Si tramandava così gelosamente di padre in figlio questo antico sapere e spesso non usciva dalla cerchia familiare. Talvolta questi Maestri raggiungevano una tale capacità di avere ben chiaro nella loro mente lo scafo da realizzare, così da poterlo costruire, pezzo per pezzo, senza l’ausilio di alcuna sagoma (garbo) o disegno, tanta era la loro bravura.
Il Metodo
Il metodo più utilizzato, ritenuto ancora più antico, prevedeva l’utilizzo di queste sagome, posizionate direttamente sul terreno, attraverso le quali era possibile disegnare ogni ordinata dell’imbarcazione a grandezza naturale.
Tale sistema teneva conto di quanto l’ordinata doveva sollevarsi dalla linea della chiglia, man mano che si avanzava da centro barca verso prua o verso poppa e nel contempo di quanto doveva restringersi sul fondo ed aprirsi o chiudersi in coperta.
Il Cantiere Navale di Mastro Pasqualino
Questo metodo è rimasto in uso in Sardegna, in uno dei più tradizionali cantieri operante a Porto Torres: quello di Mastro Pasquale Polese, nato a Porto Torres nel 1932. Il suo bisnonno, Mastro Antonio Simone Polese, discendente da una famiglia di Maestri d’Ascia di Torre del Greco, approdò ad Alghero alla fine del 1700 dedicandosi alla costruzione di gozzi adatti alla pesca del corallo. Da qui parte della famiglia si trasferì a Porto Torres, dando inizio così ad una lunga trazione che oggi è arrivata fino a noi.
Mastro Pasqualino è stato il più apprezzato maestro d’ascia del Nord Sardegna. Capace di creare delle vere e proprie opere d’arte, era esperto dei vari tipi di legname, ne riconosceva l’essenza, l’utilizzo e la esatta collocazione all’interno della barca. La sua bravura consisteva nel sagomare e adattare il ceppo di legno a quella che poi sarebbe stata la sua definitiva funzione. Le sue barche, che si distinguono per il tipo di prua e di carena, ma soprattutto per la pernaccia, il prolungamento a prua, la cui particolare forma è divenuta simbolo della maestranza Polese, parlano ancora di un arte antica e del genio creativo di un Maestro.
Nel cantiere di famiglia, ancora oggi attivo e diretto dal figlio Alessandro, il sistema di costruzione delle barche con l’uso del trabocchetto si tramanda come eredità familiare, ma con un’accentuazione delle capacità personali del costruttore. Il modello viene seguito come traccia generale, ma è l’abilità personale della Maestranza Polese, forte dell’esperienza di cinque generazioni, a dare forma, stile e bellezza alle imbarcazioni.
Risale al 1410 il più antico trattato di costruzione navale, denominato Libro di Marineria, un manoscritto composto da 124 fogli. In esso sono contenuti, per ogni tipo di nave, tutti gli elementi necessari per la costruzione: misure e sagome (sesti o garbi) delle ordinate principali e delle aste o dritti di prua e di poppa.
Il Cantiere Navale Polese
La straordinaria tradizione dei maestri d’ascia, attività ormai appannaggio di pochissimi costruttori, vive nell’esperienza di Alessandro Polese, punta più alta di questa cultura artigianale, che nel suo cantiere produce imbarcazioni create a mano su schemi antichi ma anche Yacht modernissimi che solcano le onde di tutti i mari.